Cos’è l’arte contemporanea

L’arte contemporanea è l’arte che vive nel nostro tempo. I suoi inizi sono segnati dalla critica attorno agli anni ’50, fino ad oggi.
A dire il vero, sono evidenti radicali differente estetico-filosofiche tra gli inizi di tale corrente ed oggi, perciò una parte della critica sta valutando la possibilità di introdurre il termine postmodern(già utilizzato in altri ambiti culturali, ma non artistici) per differirlo da contemporaneo. Nonostante tutto, i confini sono ancora troppo sottili per una radicale definizione.

Per avere un primo quadro generale, potremmo grosso modo procedere per decadi indicando alcuni artisti chiave e movimenti sorti negli ultimi anni:

  • 1950: espressionismo astratto americano (Pollock, William de Kooning, Franz Kline, Robert Motherwell, Mark Rothko, Barnett Newman, Ad Reinhardt), arte informale (Wols, Arnaldo Pomodoro, Cy Twombly, Jean Fautier, Jean Dubuffet, Alberto Burri, Lucio Fontana);
  • 1960arte concettuale (Piero Manzoni, Joseph Kosuth, Daniel Buren, i coniugi Becher, On Kawara, Roman Opalka, Marcel Duchamp, Vito Acconci, Bruce Nauman), gruppo Fluxus (Joseph Beyus), body art (Marina Abramovich, Tino Segal, Gilbert and George, Gina Pane), azionismo viennese (Gunter Brus, Otto Muhl, Hermann Nitsch), arte povera (Pino Pascali, Alighiero Boetti, Jannis Kounellis, Giuseppe Penone), pop art (Andy Warhol, Keith Haring, Roy Lichtenstain, Robert Rauschenberg, Jasper Johns), minimalismo (Sol Lewitt, Dan Flavin, Frank Stella, Donald Judd)
  • 1970Iperealismo (Ralph Goings, Luciano Ventrone, Richard Estes, Chuck Close), land art (Christo, James Turrel, Michael Heizer)
  • 1980neoespressionismo (George Baselitz, Anselm Kiefer Achille Bonito Oliva, Enzo Cucchi, Mimmo Paladino), mail art;
  • 1990oggiarte relazionale (Philippe Parreno, Félix Gonzàlez-Torres), digital art;

In tutta questa carrellata rapida e incompleta, i movimenti nascono e continuano per molti anni, perciò diventa difficile costringerli in un freddo elenco a punti. Allo stesso modo, gli artisti hanno provato diverse tecniche e modalità artistiche prima di approdare ad inserirsi in una corrente specifica.
L’arte la possiamo intendere come un costante flusso d’energia che nei secoli continua ad evolversi, a volte torna sulle proprie tracce per poi modificarsi e dar vita a qualcosa di nuovo.

Con l’arte contemporanea si sono aperti tantissimi dubbi, ogni mostra che visita è profondamente differente dall’esperienza che si vive di fronte ad un Courbet, Degas o Raffaello. A volte tutto sembra troppo criptico, altre troppo palese. Non si capisce, si rimane stupiti. Spesso gli strumenti utilizzati per fare arte sono molteplici, la fotografia si unisce alla pittura, i video vengono installati in costruzioni mozzafiato, una stanza vuota è essa stessa opera d’arte.

In questo sito cercherò di fare luce su tutto e di più riguardo all’arte contemporanea. Sono convinto che, perchè possa essere apprezzata, bisogna un pò lasciarsi andare, e conoscere in minima parte il contesto storico entro cui si colloca l’opera.

Ma partiamo da un artista che sembra aver sconvolto il concetto di arte, facendosi pionere del contemporaneo: MARCEL DUCHAMP.

Quelle che vedete qui sotto sono alcune sue opere.

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Un oggetto viene preso e spostato in galleria. Diventa un ready-made. Lo scolabottiglie non è più uno scolabottiglie, guai a chi lo tocca! E’ un’opera d’arte. La decontestualizzazione è la chiave di tale procedimento.
Il famoso orinatoio, presentato per essere esposto ad una mostra, fu rifiutato e gettato. Alfred Stieglitz, padre della fotografia, fortunatamente ha fatto in tempo a fotografarlo.
Capite bene che questa fu un’idea fuori da ogni schema. Non venne digerita subito, nessuno poteva capirla. Dove stava l’intervento dell’artista? Non di certo nella firma. Troppo concettuale, oserei dire.

Eppure il ready-made torna tutt’oggi nelle opere d’arte contemporanea, a volte celato come un’eco, altre ben dichiarato, come la Rocket Ship (2011) di Sisley Xhafa (che ho visto alla mostra “Growing Roots” di Fondazione Furla al Palazzo Reale di Milano lo scorso anno).

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Rocket Ship, Sisley Xhafa

Da quel momento tutto può essere arte. Ciò che è sufficiente è il pensiero, a quanto pare. Penso che un’artista deve avere qualcosa da dire, deve essere critico in quello che vede, e ciò dà spessore al lavoro.
L’arte è pensiero; l’artista è colui che ha qualcosa da dire e utilizza il modo che più gli è congeniale per dirlo. Allora anche tu, mentre parli, mentre dici il tuo pensiero, mentre hai un concetto che senti davvero tuo e in cui ci credi, fai arte. Poi c’è chi sceglie la poesia, ad esempio, ma anche solo parlare di un pensiero critico è arte.

F.